Alternative all’IRC nelle scuole pordenonesi? Anche nel 2022 poche…
Qualche giorno fa si è aperto il periodo in cui si può scegliere la scuola a cui iscriversi o iscrivere i propri figli. Come lo scorso anno, ci siamo messi nei pannidi uno studente o di un genitore che deve compiere la scelta e per il quale è importante un’informazione sull’attività prevista in luogo dell’insegnamento della religione cattolica, che dal 1984, in seguito al Concordato Stato/Chiesa, non è più materia obbligatoria.
Dallo scorso anno, la scelta se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica si compie direttamente sul sito del Ministero dell’Istruzione al momento dell’iscrizione. Per chi decide di non avvalersi, l’ulteriore scelta su che cosa fare in suo luogo (attività alternativa, studio individuale assistito, non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica) è rimandata, contrariamente al buon senso e a quanto richiesto dal Tar del Lazio, a giugno.
La progettazionedi attività alternativa costituisce comunque un obbligo per gli istituti scolastici, già riconosciuto in diverse sentenze e ordinanze: il Consigliodi Stato, nel 2010, affermò che «la mancata attivazione dell’insegnamento alternativo può incidere sulla libertà religiosa dello studente o della famiglia, e di questo aspetto il Ministero … dovrà necessariamente farsi carico»; un’ordinanza del Tribunaledi Padova dello stesso anno stabilì che la mancata attivazione dei corsi alternativi costituisce «un comportamento discriminatorio illegittimo», fontedi responsabilità risarcitoria per l’Istituto scolastico.
Lo scorso anno siamo andati a vedere che cosa si poteva trovare nei siti scolastici dei 39 istituti della nostra ex provincia, e i risultati furono deludenti, anche se non del tutto sorprendenti, purtroppo. Il 13 dicembre abbiamo scritto a tutti gli istituti dicendo che avremmo fattodi nuovo questo tipodi monitoraggio anche quest’anno, invitandoli a fornirci indicazioni su quali attività sono da loro proposte (perché magari non sono esplicitate bene in documenti pubblicati nel sito web). Solo tre istituti ci hanno risposto, e di questo li ringraziamo; per gli altri, abbiamo dovuto fare affidamento ai piani dell’offerta formativa reperiti nei siti e sulla funzionedi ricerca testuale che spesso è messa a disposizione.
La situazione, rispetto allo scorso anno, non è migliorata molto. L’ora alternativa (o le ore: nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sono due alla settimana) viene citata in 19 documenti su 39: spesso non per descriverla, ma solo per dire (nel quadro orario) che essa esiste, a fianco o in luogo dell’insegnamento della religione cattolica (e ci sono degli istituti comprensivi che la indicano solo per un ordine di scuola) o per specificare che l’insegnante di attività alternativa, al pari dell’insegnante di religione cattolica, fa parte del consiglio di classe, attribuisce un proprio giudizio e partecipa allo scrutinio (per gli allievi che segue). Per gli altri 20 istituti non esiste proprio, ed è invece presente solo la materia “Religione Cattolica” o, a volte, “Religione” (il fatto che la religione sia quella cattolica sarebbe interessante da precisare, considerando che gli insegnanti sono scelti dal vescovo, anche se pagati dallo Stato).
Anche quando le attività alternative sono citate, non esiste nella maggior parte dei casi una descrizione specifica delle stesse.
Vogliamo qui citare gli unici casi in cui le attività alternative risultano descritte o ci sono state comunicate:
- l’Istituto comprensivo di Maniago offre «percorsi educativi, adattati ai diversi ordini di scuola e ai differenti bisogni degli alunni, [che] permetteranno ai bambini di osservare, analizzare e riflettere sui valori, i diritti e i doveri dei sistemi di convivenza democratica, con particolare riferimento a diritto all’istruzione, diritto alla salute e alla sicurezza, diritto alla propria identità culturale»;
- il Liceo artistico “Galvani”di Cordenons offre attività che permetterannodi «scoprire letture e testi non tradizionali per sviluppare i propri interessi artistici anche attraverso la rappresentazione grafica, pittorica, digitale, fumetto»;
- il Liceo “Grigoletti” di Pordenone propone «lettura del quotidiano o di una rivista anche in lingua straniera, letturadi brevi testidi etica, visione guidatadi film a cui far seguire una riflessione»;
- l’istituto “Mattiussi – Pertini”di Pordenone ha proposto corsi sulla conoscenza aperta e collaborativa e sulla storia del pensiero scientifico.
Naturalmente, nel caso ci fosse sfuggita qualche proposta, saremo ben lietidi aggiornare questo elenco.
Alle scuole che volessero attivarsi per la progettazionedi attività didattiche alternative all’insegnamento della religione cattolica, ricordiamo che la nostra associazione ha una sezione del proprio sito dedicata alla raccoltadi idee e proposte a cui ispirarsi. Quest’anno, inoltre, la nostra associazione ha proposto agli Istituti comprensivi una propria donazionedi kit didatticidi robotica sperimentale da destinarsi alle attività alternative. Purtroppo nessuna scuola del Friuli occidentale ne ha fatto richiesta. Sarà per il prossimo anno scolastico, forse.
Marta Antoniel
Curatrice dell’indagine del Circolo UAARdi Pordenone