Circa pordenone

Questo autore non ha riempito alcun dettaglio.
Finora pordenone ha creato 195 post nel blog.

Diritti, ultima frontiera – Episodio 17, suicidio medicalmente assistito

Diritti, ultima frontiera – Episodio 17, suicidio medicalmente assistito

Mercoledì 11 giugno 2025 si è tenuto il diciassettesimo incontro della serie “Diritti, ultima frontiera", in cui abbiamo approfittato di vedere insieme un episodio di una nota serie televisiva per commentarlo insieme a Demian Alexander Torossi dello Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero” e a Elisabetta Borlina della Cellula Coscioni di Pordenone.

Pubblichiamo in questa pagina alcune foto della serata e un testo che Elisabetta ha preparato per l’occasione.


L’episodio che abbiamo appena visto ci invita a riflettere su quale valore attribuiamo alla vita e soprattutto alla morte. Il personaggio di Quinn, un essere immortale che decide di porre fine alla sua esistenza, ci offre uno spunto per esplorare il delicato confine tra il diritto alla vita e il diritto alla morte, un tema che si intreccia con le discussioni contemporanee sull’eutanasia e sul suicidio assistito.

Per parlare di questi argomenti partiamo dal presupposto che nel linguaggio comune spesso si usano i termini “eutanasia” e “suicidio assistito” in modo interscambiabile. È pertanto indispensabile precisare l’uso di queste espressioni, quindi chiarire che non sono sinonimi. Per eutanasia si intende l’uccisione intenzionale di un individuo da parte di un medico o del personale sanitario, per mezzo della somministrazione di farmaci, in seguito alla richiesta volontaria di tale individuo. Il suicidio assistito, invece, è l’atto per mezzo del quale un individuo si procura una morte rapida e indolore mediante l’assistenza di un medico che prescrive i farmaci necessari al suicidio e lo consiglia riguardo alle modalità di assunzione.

Nell’episodio Quinn rappresenta l’individuo che rivendica il diritto di scegliere la propria fine, un tema che solleva importanti interrogativi sulla libertà individuale e sull’autodeterminazione, in particolare quando si tratta di decisioni riguardanti il fine vita. L’autodeterminazione nel fine vita si riferisce al diritto di un individuo di fare scelte autonome, libere e senza coercizioni esterne riguardanti il proprio corpo e la propria morte. Ciò include il diritto di rifiutare cure mediche che prolungano la vita, di scegliere come e quando morire, e di ricevere assistenza per porre fine alla propria vita in modo dignitoso.

In Italia, la legge 219/2017 riconosce il diritto all’autodeterminazione terapeutica, permettendo al paziente di rifiutare o interrompere trattamenti medici, anche se questi sono potenzialmente salvavita. Tale normativa disciplina anche le Disposizioni Anticipate di Trattamento che indicano come una persona possa autodeterminarsi prima che si ritrovi in particolari situazioni che mettano a repentaglio la propria vita. Le decisioni relative alla propria storia personale (anche per quanto riguarda la gestione del percorso di malattie e di cura) sono unicamente una scelta individuale e le persone hanno il diritto di ricevere tutte le informazioni necessarie nonché essere sostenuti nella comprensione di tutte le proposte terapeutiche, decidendo quali accettare e quali rifiutare, così da programmare il proprio percorso terapeutico in accordo con i propri valori, anche quando non saremo più in grado di decidere. La stesura della DAT è un dovere etico che pone il paziente al centro, modulando attorno a lui l’assistenza in base ai propri bisogni psicofisici e al proprio modo di vedere le cose.

Vediamo poi la posizione di Q che vuole opporsi fermamente alla possibilità di Quinn di decidere sul proprio destino. Q, essendo un essere immortale, ha una visione completamente diversa della morte. Per lui, permettere a Quinn di morire significa violare l’ordine naturale dell'universo. Questo punto di vista è simile a quello di molte persone e società che vedono l’eutanasia e il suicidio assistito come contrari a un principio universale di sacralità della vita. Infatti, durante il processo, sentiamo Q dire: “Lui vuole solo soddisfare i suoi capricci anche a costo di nuocere alla comunità” “Il suo suicidio potrebbe portare ad una serie infinita di conseguenze ignote per il Continuum” “Immaginate la confusione che si creerebbe nella nostra società se individui come il nostro Q potessero decidere se vivere o morire. Qui si tratta di fare una scelta tra ordine sociale ed anarchia”. Q rappresenta la posizione conservatrice che teme che il permesso di morire possa contaminare o normalizzare la morte, rendendo più facile la sua accettazione in situazioni in cui la vita potrebbe avere comunque valore. La sua paura è che questo tipo di scelta, una volta consentita, possa diffondersi e ridurre il rispetto per la vita stessa.

A questo proposito, si può parlare dalla cosiddetta fallacia del “pendio scivoloso” ossia un tipo di argomentazione che presuppone che un’azione o una decisione porterà inevitabilmente ad una serie di eventi sempre più negativi, culminando in una catastrofe. L’argomento ignora la possibilità di fermare il “pendio” lungo il percorso o di controllare l’evoluzione della situazione.

Infatti, viene definito come un errore in cui incorre un individuo che afferma che un evento deve inevitabilmente seguire un altro evento, senza alcuna dimostrazione. Per cui: l’evento X si è verificato, quindi l’evento Y accadrà inevitabilmente. Esempio: se si approva il matrimonio gay, presto tutti i tipi di relazioni verranno legalizzati.Applicato al dibattito sull’eutanasia, l’argomento del pendio scivoloso sostiene che l’accettazione di
certe pratiche possa portare invariabilmente all’accettazione di pratiche attualmente considerate inammissibili, come l’eutanasia non volontaria o involontaria. Si comincia con un caso ritenuto giusto dalla pubblica opinione (es: Dj Fabo), si finisce con l’Action T4 (operazione del regime nazista per eleminare persone con malattie genetiche).

Si passa da un’azione a una conseguenza disastrosa senza prendere in considerazione tutte le variabili e gli step che necessariamente completano il quadro. Quello del pendio scivoloso è argomento che destabilizza, che confonde, che parla alla parte di noi che ha paura di ciò che non conosce. È importante essere consapevoli di questa fallacia logica e non cadere nel tranello di credere ad un futuro catastrofista. Una frase che mi ha colpito molto viene pronunciata all’inizio dell’episodio da Quinn che dichiara “Io non muoio per me stesso ma per tutti voi”. Tale affermazione non è solo un atto di autodeterminazione personale, ma anche una scelta che si inserisce in un contesto più ampio, in cui la sua morte diventa simbolica per altri e per la società stessa. Una riflessione che, sebbene possa sembrare lontana, richiama alla mente una delle battaglie più importanti in Italia, quella di DJ Fabo.

Proprio come Quinn, che chiede di morire non solo per sé ma per liberarsi da una condizione che lo rende privo di scopo, DJ Fabo ha scelto di affrontare la morte come un atto di liberazione collettiva, non solo individuale. Entrambi, in modi diversi, hanno fatto appello alla società affinché riconosca la sofferenza esistenziale come un valido motivo per concedere a qualcuno il diritto di scegliere di morire. La scelta di Fabo è diventata un simbolo di speranza per chi, nel silenzio del proprio dolore, rivendica il diritto di scegliere quando e come dire addio alla vita. La sua lotta per il diritto al suicidio assistito ha rappresentato una vera e propria battaglia legale e sociale, culminata nel 2019 con la sentenza della Corte Costituzionale in merito all’articolo 580 del c.p. in cui viene individuata un’area di non punibilità per chi decide di accogliere la richiesta di solidarietà da parte di una persona che soffre ma tuttavia è in grado di autodeterminarsi.

Recentemente, abbiamo visto degli importanti sviluppi in merito a questa sentenza grazie alle disobbedienze civili di Marco Cappato che ha aiutato, nel 2022, due persone prive di sostegni vitali ad accedere al suicidio assistito. Infatti a maggio di quest’anno, con la sentenza 66/2025, la Corte Costituzionale si è di nuovo pronunciata in materia di fine vita e sulla legittimità costituzionale del requisito del trattamento di sostegno vitale, confermando che i trattamenti di sostegno vitale devono ritenersi sussistenti anche se rifiutati dalla persona malata. La Corte ha quindi ribadito un concetto fondamentale: il requisito del trattamento di sostegno vitale deve ritenersi soddisfatto anche quando la persona malata lo ha rifiutato. In merito a ciò, Cappato dichiara “Ora deve finire l’ostruzionismo delle aziende sanitarie. Per questo continuiamo la lotta per l’approvazione di leggi regionali che garantiscano tempi certi nelle risposte a chi soffre”.

A questo punto ci chiediamo, come siamo messi a livello nazionale? Con la campagna Liberi Subito, che ha l’obiettivo di far applicare la sentenza della Corte costituzionale sul suicidio assistito garantendo tempi certi per la procedura di verifica e attuazione, la Toscana è stata la prima Regione italiana ad approvare la legge e garantire i controlli necessari al percorso di richiesta di “suicidio assistito” in tempi certi, adeguati e definiti.

Per quanto riguarda la nostra regione Friuli Venezia Giulia, ad agosto 2023, con oltre 8.000 firme raccolte su una soglia di 5.000 necessarie, è stata presentata una proposta di legge per definire tempi e procedure per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria. Tuttavia, il percorso della proposta è stato ostacolato: il 10 aprile 2024 la terza commissione regionale l’ha discussa e respinta con motivazioni estranee al suo contenuto e, il 20 giugno 2024, in Consiglio regionale, è stata bloccata da una votazione pregiudiziale. Nel frattempo, la Regione FVG ha già subito condanne per ritardi nelle procedure di assistenza al suicidio, come nei casi di “Anna” e Martina Oppelli, quest’ultima ricorsa alla Corte costituzionale contro l’illegittimità del requisito del sostegno vitale. Di fronte a questa pressione crescente, il dibattito si allarga e mette in imbarazzo il Presidente della Regione Fedriga. Lo stesso, essendo anche Presidente della Conferenza delle Regioni, interrogato dal Presidente della Regione Lombardia, ha dichiarato che si cercherà di muoversi “in modo coordinato” nel quadro legislativo esistente, evitando una posizione netta di “sì o no” sul fine vita. Una posizione ambigua che nei prossimi mesi dovrà trovare un punto di caduta. Attualmente 6 sono state le richieste per accedere al Suicidio medicalmente assistito che sono pervenute alle aziende sanitarie regionali dal 2020 ad oggi, 4 ad Asugi e 2 in Asufc.

Cito anche il caso del Veneto, regione a noi vicina, poiché i loro sviluppi potrebbero influenzare anche i nostri. Il Veneto è stata la prima Regione a discutere la proposta di legge sul fine vita, depositata con 9.000 firme (superando il minimo richiesto di 7.000). La discussione in Aula è avvenuta il 16 gennaio 2024. Con 25 voti favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti, il Veneto non ha approvato la legge. Per l’approvazione era necessaria la maggioranza assoluta: su 50 presenti, servivano 26 sì. Il governatore Luca Zaia, deluso dall’esito della votazione, ha commentato ribadendo che il tema del fine vita non può essere oggetto di ipocrisia politica, richiede regole chiare e condivise, e ricordando come il diritto all’assistenza medica alla morte volontaria sia già riconosciuto dalle sentenze della Corte costituzionale. Il 7 maggio 2025 Zaia ha annunciato di aver “pronto un decreto per stabilire di rispondere entro dieci giorni” alle richieste dei pazienti.

La Cellula Coscioni di Pordenone si impegna costantemente per diffondere e fare informazione sulle tematiche relative al fine vita e all’autodeterminazione. Negli ultimi 2 anni sono stati organizzati diversi eventi informativi a tema DAT in collaborazione coi comuni e/o associazioni del territorio: Pordenone, Cordenons, Maniago, Spilimbergo, Aviano, Budoia, Caneva, San Vito al Tagliamento, Brugnera, Fiume Veneto, Sacile, Porcia. Sempre sulle DAT, è stato aperto uno sportello informativo presso l’UAAR tutti i primi mercoledì del mese, su appuntamento.

Le campagne a cui la Cellula ha aderito sono state quella di LIBERI SUBITO, per garantire tempi e modi certi per il suicidio medicalmente assistito in Regione; la campagna MY VOICE MY CHOICE per sollecitare la discussione in UE sulla necessità di dare supporto economico alle donne che vogliono abortire e che sono in un paese UE che glielo impedisce; la campagna PMA PER TUTTE per permettere anche alle donne single e alle coppie lesbiche di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Le prossime campagne a cui la cellula ha intenzione di aderire riguardano la mobilitazione PSICHEDELICI per firmare l’appello “L’Italia apra alle terapie psichedeliche” già sottoscritto da oltre 170 scienziati per chiedere al Governo di riconoscere e rendere accessibili queste cure in cure palliative, terapie compassionevoli e per il PTSD; la mobilitazione a partire dal 26 giugno, per raccogliere le firme per una nuova proposta di legge sul fine vita che comprende sia il suicidio medicalmente assistito che l’eutanasia attiva.

Elisabetta Borlina, cellula Coscioni di Pordenone

Pubblico in sala all'incontro dell'11 giugno 2025
Gli ospiti dell'incontro dell'11 giugno 2025: Demian Alexander Torossi ed Elisabetta Borlina

2025-06-27T18:21:42+02:0027 Giugno 2025|

Raccolta firme proposta di legge “Eutanasia legale”

Raccolta firme proposta di legge “Eutanasia legale”

Per due sabati, il 28 giugno e il 5 luglio 2025, il Circolo di Pordenone dell’Uaar sarà presente in Piazza Cavour a Pordenone, insieme agli amici della Cellula Coscioni “Italo Corai”, per raccogliere firme su una proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia legale che si vuole portare all’attenzione del parlamento in luglio, quando inizierà la discussione in aula sul tema.
I tavoli per la raccolta firme saranno attivi la mattina dalle 9 alle 12 e il pomeriggio dalle 17 alle 20.
È possibile sottoscrivere la proposta di legge anche online, tramite SPID o CIE.

2025-06-26T17:06:58+02:0025 Giugno 2025|

Diritti, ultima frontiera: nuovo ciclo di proiezioni da mercoledì 21 maggio al Circolo Uaar

Diritti, ultima frontiera: nuovo ciclo di proiezioni da mercoledì 21 maggio al Circolo Uaar

Comunicato stampa
19 maggio 2025

DIRITTI, ULTIMA FRONTIERA:
NUOVO CICLO DI PROIEZIONI DA MERCOLEDÌ 21 MARZO AL CIRCOLO UAAR
  
Riprendono gli appuntamenti al Circolo Uaar di Pordenone che mirano a confrontare i mondi a volte utopici e a volte distopici descritti nella fantascienza con il mondo reale, nel quale è possibile e doveroso affrontare i problemi e tentare di risolverli.
 
Il format, come già nei cicli precedenti, prevede la proiezione di un episodio di una nota serie televisiva ed un successivo commento di una persona esperta dello specifico tema trattato e di una che rappresenta un’associazione di appassionati di fantascienza (STIC – Star Trek Italian Club).
 
Si inizia mercoledì 21 maggio con il tema dell’“Otto per mille”, affrontato da Loris Tissino, coordinatore del Circolo Uaar, in dialogo con Claudio Sonego dello STIC.
 
L’appuntamento successivo, dedicato al “Suicidio medicalmente assistito”, sarà mercoledì 11 giugno e vedrà presente Elisabetta Borlina della Cellula pordenonese dell’Associazione Luca Coscioni in dialogo con Demian Alexander Torossi dello STIC.
 
In ultimo, ma non per importanza, l’incontro previsto per mercoledì 3 settembre, che, anche in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico, sarà centrato sul tema dell’“Educazione al pensiero critico”, nelle scuole e non solo: ne discuteranno Elisabetta Pittana, del gruppo scuola del CICAP, e Gabriella Cordone Lisiero in rappresentanza dello STIC.
 
Le proiezioni inizieranno sempre alle ore 19.15 presso la sede del Circolo Uaar di Pordenone, in via Stradelle 5/C. L’ingresso è gratuito, ma è gradita la prenotazione (via email).
 
«Abbiamo iniziato a parlare di come la fantascienza abbia spesso anticipato la trattazione di problematiche sociali e legate ai diritti civili due anni fa — ricorda Loris Tissino, coordinatore del circolo locale degli atei e degli agnostici  quando, come evento collegato al Pride che si stava per tenere in città, abbiamo proposto una serata dedicata proprio a Star Trek e alla visione dei diritti civili e sociali. Nel preparare quell’incontro ci siamo resi conto della sovrapposizione molto marcata tra i temi di cui si occupa la nostra associazione e quelli affrontati in serie televisive molto note, tanto da voler proporre, a partire dall’ottobre di quell’anno, la visione di specifici episodi accompagnati dal commento di esperti del settore e di cultori del genere fantascientifico, che ci stanno aiutando, episodio dopo episodio, a trattare temi quali razzismo, scelte mediche, fine vita, discriminazioni, rapporto tra scienza e religione, questioni di genere, gestazione per altri, parità di genere e matrimoni combinati, sovrappopolazione, conflitti, teocrazie. Con questo nuovo ciclo approfondiremo altri argomenti molto attuali, legati a fenomeni sempre all’ordine del giorno, tra questioni fiscali, diritti civili e pensiero critico.»

2025-05-18T22:06:58+02:0019 Maggio 2025|

Diritti, ultima frontiera 2025 (maggio – settembre)

Diritti, ultima frontiera 2025 (maggio – settembre)

Tre nuovi appuntamenti per parlare di diritti, della loro storia, della situazione attuale. Ogni volta vedremo un episodio di una nota serie televisiva ed ascolteremo il commento di due persone esperte della serie e del tema trattato.

Mercoledì 21 maggio 2025, ore 19.15 

Episodio 16: Otto per mille

Con il commento di:
Loris Tissino, Uaar
Claudio Sonego, Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”

Mercoledì 11 giugno 2025, ore 19.15 

Episodio 17: Suicidio medicalmente assistito

Con il commento di:
Elisabetta Borlina, Cellula Coscioni “Italo Corai” – Pordenone
Demian Alexander Torossi
, Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”

Mercoledì 3 settembre 2025, ore 19.15

Episodio 18: Educazione al pensiero critico

Con il commento di:
Elisabetta Pittana, CICAP-Scuola
Gabriella Cordone Lisiero,  Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”

Gli incontri si terranno presso la Sede del Circolo Uaar di Pordenone in via Stradelle, 5/C

Ingresso libero.

Gli incontri di Diritti, ultima frontiera organizzati dal Circolo Uaar di Pordenone sono riepilogati nella pagina dedicata.

Diritti, ultima frontiera - ep. 16-17-18

2025-06-27T17:30:40+02:005 Maggio 2025|

Cinema & laicità. Il premio Brian descritto all’Uaar

Cinema & laicità. Il premio Brian descritto all’Uaar

Comunicato stampa
23 aprile 2025
 
CINEMA & LAICITÀ
IL PREMIO BRIAN DESCRITTO ALL’UAAR
 
Sabato pomeriggio (26 aprile, ore 17) un appuntamento da non perdere per le persone interessate al cinema e alla laicità. Il circolo di Pordenone dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ospiterà infatti presso la propria sede (via Stradelle, 5/c) Irene Tartaglia, esperta di produzioni cinematografiche italiane ed internazionali nonché componente da diversi anni della giuria del Premio Brian assegnato ogni anno, a fine estate, alla Mostra del Cinema di Venezia.
 
Il Premio Brian è conferito dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti all’opera che meglio promuove «una visione laica del mondo» evidenziando «i valori associati al laicismo, cioè la razionalità e il pensiero scientifico, la democrazia, il pluralismo, l’autodeterminazione, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza discriminazioni di sesso, identità di genere, orientamento sessuale e concezioni filosofiche o religiose, nonché l’opposizione diretta a teocrazie e fondamentalismi su base confessionale».
 
Con il suo nome, il premio omaggia il film satirico del 1979 Brian di Nazareth del gruppo comico inglese Monty Python, in cui sono raccontate le vicende di un contemporaneo di Gesù Cristo ritrovatosi quasi per caso ad essere considerato un messia. Tra gli ultimi film premiati, La stanza accanto di Pedro Almodóvar (2024), Tatami di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi (2023), Il signore delle formiche di Gianni Amelio (2022), La scelta di Anne di Audrey Diwan (2021) e Quo Vadis, Aida? di Jasmila Žbanić.
 
 (Nell’immagine: Irene Tartaglia)
 
Irene Tartaglia

Per approfondimenti

Pagina sul Premio Brian con elenco delle opere premiate:

https://www.uaar.it/premiobrian/

Pagina web sull’iniziativa di sabato 26 aprile:

https://pordenone.uaar.it/iniziative-ed-eventi/premio-brian-cinema-e-laicita/

2025-04-23T10:47:40+02:0023 Aprile 2025|

Premio Brian – Cinema & laicità

Premio Brian – Cinema & laicità

Dal 2006 l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti assegna un premio per il miglior film presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Il Premio Brian, dal nome del film satirico dei Monty Python Brian di Nazareth, è conferito «al film che meglio promuova una visione laica del mondo e che, attraverso le lenti degli scopi sociali dell’Uaar, evidenzi i valori associati al laicismo, cioè la razionalità e il pensiero scientifico, la democrazia, il pluralismo, l’autodeterminazione, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza discriminazioni di sesso, identità di genere, orientamento sessuale e concezioni filosofiche o religiose, nonché l’opposizione diretta a teocrazie e fondamentalismi su base confessionale».

Sabato 26 aprile, alle 17.00, avremo l’occasione di parlare di questo premio e del lavoro della giuria Uaar che lo assegna con Irene Tartaglia, esperta di produzioni cinematografiche, responsabile della comunicazione interna dell’associazione nonché componente della giuria del premio negli ultimi anni (nella foto a fianco la giuria del 2024).

L’appuntamento è nella sede del circolo.

La giuria del Premio Brian del 2024

2025-04-18T17:44:47+02:0018 Aprile 2025|

Elezioni comunali di Pordenone: le risposte alle domande laiche poste dal circolo degli atei e degli agnostici razionalisti

Elezioni comunali di Pordenone: le risposte alle domande laiche poste dal circolo degli atei e degli agnostici razionalisti

Comunicato stampa
9 aprile 2025
 
ELEZIONI COMUNALI DI PORDENONE
LE RISPOSTE ALLE DOMANDE LAICHE
POSTE DAL CIRCOLO DEGLI ATEI E DEGLI AGNOSTICI RAZIONALISTI
 
Qualche settimana fa il Circolo di Pordenone dell’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha inviato ai candidati alla carica di Sindaco e di Consigliere per le elezioni comunali di Pordenone quattro domande su temi “di laicità” che riguardano l’amministrazione cittadina. Le questioni poste avevano a che fare con la possibilità di inserire eventi riguardanti i diritti civili nel programma di Pordenone Capitale della Cultura 2027, le politiche educative per il rispetto delle differenze, la disponibilità di sale pubbliche del commiato per funerali laici, e la questione generale del principio supremo di laicità dello Stato.
 
Ad oggi sono arrivate le risposte di due candidati sindaci, Anna Ciriani e Marco Salvador, e della lista “Il bene comune” collegata al candidato sindaco Nicola Conficoni. Nessuna risposta, nonostante diverse sollecitazioni, da parte di candidati a supporto del candidato Alessandro Basso.
Tutte le risposte pervenute sono state pubblicate nel sito internet del circolo, all’indirizzo go.uaar.it/pn2025 (indirizzo completo: https://pordenone.uaar.it/notizie/elezioni-comunali-pordenone-2025/).
 
Su Pordenone Capitale della Cultura, Anna Ciriani ha espresso il parere che la città «deve necessariamente dare spazio e promuovere ogni libertà e diritto universale per proiettare Pordenone in una futura capitale mondiale di civiltà», il Bene Comune sottolinea che «Pordenone deve sorprendere prima di tutto per la sua capacità di offrire alle persone la migliore qualità della vita in termini di salute, accoglienza e rispetto», mentre Marco Salvador ricorda il fatto di essere stato il primo a proporre dai banchi dell’opposizione (già nel 2016) la candidatura, nonché di essersi battuto per i diritti con mozioni e interrogazioni, ad esempio, con l’iniziativa “Caro Sindaco trascrivi” per le registrazioni anagrafiche della famiglie omogenitoriali.
 
In merito alle politiche educative per il rispetto delle differenze, Anna Ciriani osserva che «l’educazione sessuale viene spesso boicottata come se si trattasse di un argomento scomodo e imbarazzante che fomenta i giovani in preda a tempeste e sconvolgimenti ormonali» e che «senza amore e senza consapevolezza ci sono numerosi tranelli che il mero piacere e la curiosità sessuale celano se non si ricorre a determinate precauzioni educative e preventive», con la conseguenza di avere «consultori sono pieni di ragazze minorenni costrette ad abortire e di giovani che contraggono infezioni per i rapporti non protetti»; il Bene Comune propone il potenziamento di «sportelli multidisciplinari destinati a dare risposte immediate e puntuali ai bisogni psicologici, sanitari e legali, soprattutto della sfera sessuale, della popolazione più giovane»; Marco Salvador ricorda di avere «promosso e cercato di convincere l’amministrazione uscente a incentivare nelle scuole il Progetto scuole Arcigay (A Scuola per conoscerci), fondamentale a diffondere la cultura del rispetto contrastando così il fenomeno del bullismo spesso legato all’orientamento sessuale».
 
Sulla questione delle sale del commiato, Anna Ciriani afferma che «la fede, l’ateismo, o l’agnosticismo, sono un percorso di vita personale, intimo, supremo che va accolto e rispettato in ogni sua forma, soprattutto quando si giunge all’atto finale della vita, allorché diritti e libertà devono essere accettati in ogni loro forma», il Bene Comune propone «la destinazione di almeno una struttura pubblica gratuita per le celebrazioni funerarie laiche, che potrebbe trovarsi nei padiglioni che saranno destinati a rimanere del vecchio ospedale» e Marco Salvador indica che «il Comune può intervenire in due modi: o fornendo direttamente spazi pubblici, laddove esista una sostenibilità economica, oppure stipulando convenzioni con le strutture private, in modo da garantire a tutti l’accesso a costi contenuti».
 
Riguardo al tema del principio supremo di laicità, Anna Ciriani afferma che «un crocifisso in un’aula non dovrebbe offendere nessuno al pari di un velo, un turbante o una kippah« e che «lo Stato può essere Laico, senza essere necessariamente iconoclasta, proprio per dare un esempio di tolleranza e rispetto per tutti», il Bene Comune ritiene che «la Scuola Pubblica debba rimanere tale, quindi luogo dove nessuna discriminazione sia avvallata» e che in essa «non ci dovrebbe essere alcun obbligo religioso o di orientamento ideologico, ma forti segnali educativi di convivenza pacifica, di effettiva cittadinanza attiva ed integrazione». Marco Salvador, dopo aver ricordato il margine di autonomia progettuale e organizzativa agli istituti scolastici, parla della necessità di «garantire pienamente il diritto degli studenti a non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, prevedendo per loro un’alternativa reale, strutturata e formativa» con l’ora alternativa che «non può e non deve essere vissuta come un “vuoto” o un tempo morto, ma come un’opportunità educativa a tutti gli effetti, capace di stimolare il pensiero critico, l’educazione civica, la riflessione interculturale e il confronto tra visioni del mondo diverse.»

Per approfondimenti

Testo completo delle domande e delle risposte pervenute:

https://pordenone.uaar.it/notizie/elezioni-comunali-pordenone-2025/

2025-04-09T17:09:13+02:009 Aprile 2025|

Sicura di essere al sicuro? Zurawski v. Texas

Sicura di essere al sicuro? Zurawski v. Texas

Venerdì 4 aprile, nell’ambito di Pordenone Docs Fest, verrà proiettato in anteprima nazionale, alla presenza della regista, il film Zurawski v. Texas, che racconta la lotta coraggiosa di un gruppo di donne per difendere il diritto all’aborto di milioni di persone: le nuove leggi del Texas sono solo un esempio della regressione statunitense dei diritti civili.

 

Sotto il peso delle severe e ambigue leggi sull’aborto in Texas, tre donne si rivolgono a una legale per intentare una causa contro lo Stato: hanno dovuto partorire, nonostante la morte certa dei figli. Mentre combattono in aula contro il procuratore generale, le loro drammatiche esperienze vengono alla luce: una lotta non solo per i propri diritti, ma per quelli di tutte le donne e le loro famiglie. Zurawski v. Texas mostra le conseguenze devastanti della perdita dell’accesso all’assistenza sanitaria e racconta l’incredibile determinazione di chi si batte in prima linea per riconquistarla.

 

L’evento è organizzato da Pordenone Docs Fest in collaborazione con AIED, Voce Donna, Amnesty International Italia. Interverranno la regista, Abbie Perrault, Mario Puiatti, presidente di AIED, e Laura Petruccioli dell’ufficio Arte per i diritti umani di Amnesty International Italia.

 

Per noi del Circolo Uaar è l’occasione per presentare un’iniziativa nazionale, Sicura di essere al sicuro?, che offre un consulto gratuito in videoconsulenza con un medico che possa seguire le necessità a chi si trova ad essere incinta prima della 24^ settimana, un servizio offerto in collaborazione con l’associazione Vita di Donna (info@vitadidonna.it, tel. 366.3540689).

Zurawski v. Texas
Sicura di essere al sicuro

2025-04-01T21:29:04+02:001 Aprile 2025|

Elezioni comunali Pordenone 2025

Elezioni comunali Pordenone 2025
Domande laiche ai candidati

Le elezioni comunali di domenica 13 e lunedì 14 aprile 2025 rinnoveranno il Consiglio Comunale di Pordenone e vedranno selezionato dai cittadini il nuovo Sindaco. Il Circolo UAAR di Pordenone invita candidate e candidati di tutte le liste, nonché ai candidati alla carica di Sindaco, a rispondere alle seguenti cinque domande. Le risposte, da inviare a pordenone@uaar.it, saranno pubblicate nei nostri canali informativi affinché gli elettori possano scegliere in maniera più consapevole.

1) Capitale della Cultura 2027
Pordenone è stata nominata Capitale della Cultura per il 2027. Tra i progetti inseriti nel dossier presentato al Ministero non ha trovato spazio la proposta “Diritti che (a)spettano: Pordenone città civile” che prevedeva la promozione della cultura dei diritti civili a partire da come questi sono rappresentati in forme artistiche tradizionali e moderne. Secondo lei Pordenone potrebbe sorprendere anche per il suo impegno nel campo dei diritti civili? C’è necessità e spazio anche per questo genere di attività?

2) Politiche educative per il rispetto delle differenze
Secondo lei, il Comune dovrebbe sostenere e promuovere azioni educative nelle scuole per l’educazione sessuale e il contrasto del bullismo, dell’omotransfobia, della discriminazione di genere e del bodyshaming?

3) Sale del commiato
In molte città italiane le amministrazioni comunali hanno predisposto delle strutture per le celebrazioni funerarie laiche, le cosiddette “sale del commiato”. A suo parere, sarebbe giusto e doveroso che il Comune di Pordenone individuasse una o più delle sale comunali per cerimonie laiche di commiato funebre?”

4) Principio supremo di laicità dello Stato
Nel 2021, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito, a Sezioni Unite, che «l’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato. L’obbligo di esporre il crocifisso è espressione di una scelta confessionale. La religione cattolica costituiva un fattore di unità della nazione per il Fascismo; ma nella democrazia costituzionale l’identificazione dello Stato con una religione non è più consentita». Qual è la sua opinione al riguardo?

Risposte ricevute

Risposta di Anna Ciriani (candidata sindaco con la lista AmiAmoPordenone)

1)
AmiAmoPordenone è l’unica vera lista civica presente alle prossime elezioni del 13 e 14 aprile, che è completamente apartitica e apolitica e che si fonda su valori come amore, rispetto e buonsenso. L’ideologia partitica, al pari della teocrazia impone spesso dei binari al libero pensiero e questo può condizionare il rispetto e la tolleranza di molte libertà e diritti civili.
Una città proclamata “Capitale italiana della cultura”, deve necessariamente dare spazio e promuovere ogni libertà e diritto universale per proiettare Pordenone in una futura capitale mondiale di civiltà. Naturalmente anche le libertà e i diritti possono e devono avere dei limiti stabiliti dal rispetto, dell’etica e dal buonsenso, od ogni espressione di libero pensiero e del libero agire potrebbe indistintamente essere contemplato nel “politically correct”.

2)
L’ educazione sessuale viene spesso boicottata come se si trattasse di un argomento scomodo e imbarazzante che fomenta i giovani in preda a tempeste e sconvolgimenti ormonali. In realtà insegnare il senso della sessualità è anche insegnare ad amare. Senza amore e senza consapevolezza ci sono numerosi tranelli che il mero piacere e la curiosità sessuale celano se non si ricorre a determinate precauzioni educative e preventive. I consultori sono pieni di ragazze minorenni costrette ad abortire e di giovani che contraggono infezioni per i rapporti non protetti. Anche i genitori dovrebbero sfatare questi taboo e parlare di più con i propri figli, confrontandosi su argomenti apparentemente scabrosi e complessi come quelli legati alla sessualità.
Il bullismo, al pari dell body shaming, è un altro tema delicato che nasce dal disagio giovanile, spesso frutto di problemi familiari, con genitori separati, famiglie indigenti e una forte carenza di autostima. Il sistema sociosanitario dovrebbe intervenire tempestivamente per tentare un pieno recupero di quei soggetti che sono le prime vittime di sé stessi.
Omotransfobia, e discriminazione di genere, appartengono a una realtà che è mutata troppo in fretta in maniera massiva.
Le battaglie LGBTQ, il gender fluid e un aumento di casi transgender ha evidenziato una società alla quale non tutti erano preparati e questo fattore ha alimentato discriminazioni, che sono dovute per lo più a ribellione, ignoranza e intolleranza. La specie umana si evolve e muta come avviene per altre specie animali e forse non abbiamo compreso ne’ i motivi ne’ il significato di questi mutamenti di genere e orientamenti sessuali.

3)
Quello che un tempo era uno Stato teocratico che quasi imponeva con la politica, con la religione Cattolica, la cultura e le tradizioni, il sacramento del battesimo approvato dai genitori, ha evidenziato che il credo non si trasmette geneticamente e nemmeno sostenendolo con un percorso teologico o di praticantato ecclesiastico. La fede, l’ateismo, o l’agnosticismo, sono un percorso di vita personale, intimo, supremo che va accolto e rispettato in ogni sua forma, soprattutto quando si giunge all’atto finale della vita, allorché diritti e libertà devono essere accettati in ogni loro forma.

4)
Da credente e cattolica, cresciuta e formata in scuole cattoliche e pubbliche in cui l’ora di religione era presente ma facoltativa, verrebbe quasi spontaneo porsi a difesa di un simbolo religioso che racchiude l’essenza di un credo. Ciò nonostante bisogna scontrarsi con la realtà che è stata protagonista di grandi cambiamenti e di massive migrazioni che hanno mischiato razze, culture e religioni. L’ Italia si è silenziosamente evoluta in uno Stato laico, nonostante la millenaria presenza della Santa Sede nel nostro territorio. Un cambiamento necessario che non va esasperato, perché la difesa dei diritti non contempla necessariamente l’intolleranza presupposta. Un crocifisso in un’aula non dovrebbe offendere nessuno al pari di un velo, un turbante o una kippah. Lo Stato può essere Laico, senza essere necessariamente iconoclasta, proprio per dare un esempio di tolleranza e rispetto per tutti.

Risposta collettiva della lista “Il bene comune” (collegata al candidato sindaco Nicola Conficoni)

1)
La lista civica IL BENE COMUNE è nata nel 2020 da un gruppo di cittadini che si sono chiesti come aiutare Pordenone a non perdere la propria generosa capacità di accogliere le persone e alimentare la sua storica capacità di innovazione.
Ci siamo riconosciuti in un manifesto intitolato CULTURA è DIGNITÀ e progressivamente lo abbiamo aggiornato raggiungendo il nostro attuale programma che è strumento per tutti coloro che stanno con IL BENE COMUNE e per coloro che si sono candidati a divenire amministratori di Pordenone.
https://www.ilbenecomunepordenone.com/programma
Essere “Capitale della Cultura” per noi non è solo sinonimo di sontuose manifestazioni e non è limitato al primato delle straordinarie rassegne culturali che qui, negli ultimi 30 anni, sono nate e hanno guadagnato la ribalta internazionale, per noi Pordenone deve sorprendere prima di tutto per la sua capacità di offrire alle persone la migliore qualità della vita in termini di salute, accoglienza e rispetto.
Uno dei nuclei fondativi del nostro programma-manifesto è quello dei diritti. Per noi non è concepibile una Città separata dalla quotidianità sociale, lavorativa e creativa di chi la abita. Non esiste integrazione senza rispetto dei diritti della persona a prescindere da provenienza, genere, fede, condizione economica.
LA CITTÀ è CHI LA ABITA è, appunto, il motto con cui ci presentiamo nei cartelloni elettorali 2025 e che ben rappresenta il nostro impegno nella difesa e nel creare attenzione intorno ai diritti mancati:
• dalla cittadinanza per chi nasce e cresce nel nostro paese, per chi lavora e intende fermarsi
• al salario minimo garantito per mantenere la possibilità di vivere lavorando e non essere ritenuti “braccia, ma persone”
• dal diritto a poter accedere ad una casa dignitosa per sé e la propria famiglia
• al diritto di poter accedere alla cultura e alla formazione superiore in base ai propri effettivi talenti potendo contare sui necessari supporti educativi che la scuola pubblica deve, per Costituzione, erogare in sussidiarietà con le Amministrazioni locali
• dal diritto di essere persone senza discriminazione alcuna

2)
I nostri tempi sono caratteerizzati da un crescente oscurantismo delle classi dirigenti rispetto ai temi della sessualità e delle libertà di autodeterminazione personale che spesso non corrispondono all’effettiva emancipazione delle generazioni più giovani. Riteniamo che manchino comunque una generale corretta consapevolezza, informazione ed educazione.
I presìdi pubblici, come la Scuola, i Servizi socio-sanitari e i progetti coordinati con istituzioni sanitarie o associazioni come Arcigay sono stati depotenziati se non cancellati per mancato finanziamento deciso dall’alto del governo regionale.
Nel nostro programma intendiamo potenziare sportelli multidisciplinari destinati a dare risposte immediate e puntuali ai bisogni psicologici, sanitari e legali, soprattutto della sfera sessuale, della popolazione più giovane.
Difendiamo la libertà di autodeterminazione delle persone nel riconoscere il proprio genere, sosteniamo i diritti LGTBQ+, l’educazione alla libera, protetta e consapevole sessualità e la libertà di scegliere, secondo la legge 194 del 1978 in vigore dal 22 maggio 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza potendo contare sulla dovuta assistenza pubblica e professionale.

3)
La nostra molteplicità è la nostra cifra, ne IL BENE COMUNE sono presenti persone di origine, tradizioni e fede diverse, oltre che persone agnostiche e atei, è dunque naturale introdurre nel nostro programma la destinazione di almeno una struttura pubblica gratuita per le celebrazioni funerarie laiche, che potrebbe trovarsi nei padiglioni che saranno destinati a rimanere del vecchio ospedale.

4)
Noi de IL BENE COMUNE ci riferiamo alla Costituzione Italiana, laica e antifascista, il cui articolo 19 recita: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché
non si tratti di riti contrari al buon costume”.
Riteniamo che la Scuola Pubblica debba rimanere tale, quindi luogo dove nessuna discriminazione sia avvallata. Nelle scuole pubbliche non ci dovrebbe essere alcun obbligo religioso o di orientamento ideologico, ma forti segnali educativi di convivenza pacifica, di effettiva cittadinanza attiva ed integrazione.

Risposta di Marco Salvador (candidato sindaco lista “Salvador Sindaco”)

1)
Sono stato il primo a proporre dai banchi dell’opposizione (già nel 2016) la candidatura a capitale italiana della cultura, e – unico in consiglio comunale – mi sono battuto per i diritti con mozioni e interrogazioni a riguardo, come ad esempio: l’istituzione Regolamento “carriera alias” negli Uffici comunali e le registrazioni anagrafiche famiglie omogenitoriali – iniziativa “Caro Sindaco trascrivi”.
Inoltre la nostra Civica è stata l’unica forza politica presente in Consiglio a organizzare una Conferenza sulle famiglie arcobaleno legata alle iniziative del Pride di Pordenone nel 2023.

Oltre a ciò, e così rispondo alla domanda
2),
abbiamo promosso e cercato di convincere l’amministrazione uscente a incentivare nelle scuole il Progetto scuole Arcigay (A Scuola per conoscerci), fondamentale a diffondere la cultura del rispetto contrastando così il fenomeno del bullismo spesso legato all’orientamento sessuale.
La mia e la nostra attività consiliare parlano per noi.

3)
Condivido il principio che debbano essere messe a disposizione delle sale laiche di commiato. È vero, però, che ne esistono già molte di private. Il Comune può intervenire in due modi: o fornendo direttamente spazi pubblici, laddove esista una sostenibilità economica, oppure stipulando convenzioni con le strutture private, in modo da garantire a tutti l’accesso a costi contenuti.

4)
Nel pieno rispetto dei principi costituzionali, è fondamentale ribadire l’importanza della laicità dello Stato e, di conseguenza, dell’istituzione scolastica. La scuola pubblica deve essere un luogo di formazione aperto.
Condividendo i valori della scuola laica e della libertà di insegnamento, ritengo però altrettanto importante riconoscere un margine di autonomia progettuale e organizzativa agli istituti scolastici.
In particolare, è essenziale garantire pienamente il diritto degli studenti a non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, prevedendo per loro un’alternativa reale, strutturata e formativa. L’ora alternativa non può e non deve essere vissuta come un “vuoto” o un tempo morto, ma come un’opportunità educativa a tutti gli effetti, capace di stimolare il pensiero critico, l’educazione civica, la riflessione interculturale e il confronto tra visioni del mondo diverse.

2025-04-09T16:10:58+02:0019 Marzo 2025|

Conversazioni a ragion veduta presso il Circolo Uaar: la divulgazione scientifica sui social

Conversazioni a ragion veduta presso il Circolo Uaar: la divulgazione scientifica sui social

Comunicato stampa
8 marzo 2025
 
CONVERSAZIONI A RAGION VEDUTA AL CIRCOLO UAAR
MARTEDÌ 11 SI PARLA DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA SUI SOCIAL
 
Martedì sera quinto appuntamento delle “Conversazioni a ragion veduta 2024/25” che il Circolo di Pordenone dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti organizza nella propria sede.
 
L’argomento affrontato sarà “La divulgazione scientifica sui social”: verrà illustrato il lavoro necessario a preparare contenuti divulgativi in campo scientifico e a gestire la relativa comunicazione.
 
Protagonista dell’incontro sarà la dottoressa Alice Rotelli, specializzata in chirurgia vascolare, che dal 2020 affianca la libera professione tra Friuli Venezia Giulia e Veneto all’attività di divulgazione scientifica, su temi legati alla medicina e non solo. A conversare con lei Diego Martin, che nell’attivo del circolo Uaar di Pordenone si occupa del tema della promozione del pensiero scientifico. L’incontro si terrà alle 20.30 di martedì 11 marzo in via Stradelle 5/C a Pordenone.
 
Questo incontro conclude il ciclo 2024/25 delle Conversazioni a ragion veduta organizzate dal circolo Uaar di Pordenone, che quest’anno sono stati dedicati al mondo dell’informazione e della comunicazione (dai media tradizionali ai social network, dai fumetti ai podcast audio).
 
Per approfondimenti:
Pagina web dedicata all’iniziativa

2025-03-08T08:39:36+01:008 Marzo 2025|