Elezioni comunali Pordenone 2025
Domande laiche ai candidati
Le elezioni comunali di domenica 13 e lunedì 14 aprile 2025 rinnoveranno il Consiglio Comunale di Pordenone e vedranno selezionato dai cittadini il nuovo Sindaco. Il Circolo UAAR di Pordenone invita candidate e candidati di tutte le liste, nonché ai candidati alla carica di Sindaco, a rispondere alle seguenti cinque domande. Le risposte, da inviare a pordenone@uaar.it, saranno pubblicate nei nostri canali informativi affinché gli elettori possano scegliere in maniera più consapevole.
1) Capitale della Cultura 2027
Pordenone è stata nominata Capitale della Cultura per il 2027. Tra i progetti inseriti nel dossier presentato al Ministero non ha trovato spazio la proposta “Diritti che (a)spettano: Pordenone città civile” che prevedeva la promozione della cultura dei diritti civili a partire da come questi sono rappresentati in forme artistiche tradizionali e moderne. Secondo lei Pordenone potrebbe sorprendere anche per il suo impegno nel campo dei diritti civili? C’è necessità e spazio anche per questo genere di attività?
2) Politiche educative per il rispetto delle differenze
Secondo lei, il Comune dovrebbe sostenere e promuovere azioni educative nelle scuole per l’educazione sessuale e il contrasto del bullismo, dell’omotransfobia, della discriminazione di genere e del bodyshaming?
3) Sale del commiato
In molte città italiane le amministrazioni comunali hanno predisposto delle strutture per le celebrazioni funerarie laiche, le cosiddette “sale del commiato”. A suo parere, sarebbe giusto e doveroso che il Comune di Pordenone individuasse una o più delle sale comunali per cerimonie laiche di commiato funebre?”
4) Principio supremo di laicità dello Stato
Nel 2021, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito, a Sezioni Unite, che «l’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato. L’obbligo di esporre il crocifisso è espressione di una scelta confessionale. La religione cattolica costituiva un fattore di unità della nazione per il Fascismo; ma nella democrazia costituzionale l’identificazione dello Stato con una religione non è più consentita». Qual è la sua opinione al riguardo?
Risposte ricevute
- Anna Ciriani (24 marzo)
- Lista “Il bene comune” (2 aprile)
- Marco Salvador (9 aprile)
Risposta di Anna Ciriani (candidata sindaco con la lista AmiAmoPordenone)
1)
AmiAmoPordenone è l’unica vera lista civica presente alle prossime elezioni del 13 e 14 aprile, che è completamente apartitica e apolitica e che si fonda su valori come amore, rispetto e buonsenso. L’ideologia partitica, al pari della teocrazia impone spesso dei binari al libero pensiero e questo può condizionare il rispetto e la tolleranza di molte libertà e diritti civili.
Una città proclamata “Capitale italiana della cultura”, deve necessariamente dare spazio e promuovere ogni libertà e diritto universale per proiettare Pordenone in una futura capitale mondiale di civiltà. Naturalmente anche le libertà e i diritti possono e devono avere dei limiti stabiliti dal rispetto, dell’etica e dal buonsenso, od ogni espressione di libero pensiero e del libero agire potrebbe indistintamente essere contemplato nel “politically correct”.
2)
L’ educazione sessuale viene spesso boicottata come se si trattasse di un argomento scomodo e imbarazzante che fomenta i giovani in preda a tempeste e sconvolgimenti ormonali. In realtà insegnare il senso della sessualità è anche insegnare ad amare. Senza amore e senza consapevolezza ci sono numerosi tranelli che il mero piacere e la curiosità sessuale celano se non si ricorre a determinate precauzioni educative e preventive. I consultori sono pieni di ragazze minorenni costrette ad abortire e di giovani che contraggono infezioni per i rapporti non protetti. Anche i genitori dovrebbero sfatare questi taboo e parlare di più con i propri figli, confrontandosi su argomenti apparentemente scabrosi e complessi come quelli legati alla sessualità.
Il bullismo, al pari dell body shaming, è un altro tema delicato che nasce dal disagio giovanile, spesso frutto di problemi familiari, con genitori separati, famiglie indigenti e una forte carenza di autostima. Il sistema sociosanitario dovrebbe intervenire tempestivamente per tentare un pieno recupero di quei soggetti che sono le prime vittime di sé stessi.
Omotransfobia, e discriminazione di genere, appartengono a una realtà che è mutata troppo in fretta in maniera massiva.
Le battaglie LGBTQ, il gender fluid e un aumento di casi transgender ha evidenziato una società alla quale non tutti erano preparati e questo fattore ha alimentato discriminazioni, che sono dovute per lo più a ribellione, ignoranza e intolleranza. La specie umana si evolve e muta come avviene per altre specie animali e forse non abbiamo compreso ne’ i motivi ne’ il significato di questi mutamenti di genere e orientamenti sessuali.
3)
Quello che un tempo era uno Stato teocratico che quasi imponeva con la politica, con la religione Cattolica, la cultura e le tradizioni, il sacramento del battesimo approvato dai genitori, ha evidenziato che il credo non si trasmette geneticamente e nemmeno sostenendolo con un percorso teologico o di praticantato ecclesiastico. La fede, l’ateismo, o l’agnosticismo, sono un percorso di vita personale, intimo, supremo che va accolto e rispettato in ogni sua forma, soprattutto quando si giunge all’atto finale della vita, allorché diritti e libertà devono essere accettati in ogni loro forma.
4)
Da credente e cattolica, cresciuta e formata in scuole cattoliche e pubbliche in cui l’ora di religione era presente ma facoltativa, verrebbe quasi spontaneo porsi a difesa di un simbolo religioso che racchiude l’essenza di un credo. Ciò nonostante bisogna scontrarsi con la realtà che è stata protagonista di grandi cambiamenti e di massive migrazioni che hanno mischiato razze, culture e religioni. L’ Italia si è silenziosamente evoluta in uno Stato laico, nonostante la millenaria presenza della Santa Sede nel nostro territorio. Un cambiamento necessario che non va esasperato, perché la difesa dei diritti non contempla necessariamente l’intolleranza presupposta. Un crocifisso in un’aula non dovrebbe offendere nessuno al pari di un velo, un turbante o una kippah. Lo Stato può essere Laico, senza essere necessariamente iconoclasta, proprio per dare un esempio di tolleranza e rispetto per tutti.
Risposta collettiva della lista “Il bene comune” (collegata al candidato sindaco Nicola Conficoni)
1)
La lista civica IL BENE COMUNE è nata nel 2020 da un gruppo di cittadini che si sono chiesti come aiutare Pordenone a non perdere la propria generosa capacità di accogliere le persone e alimentare la sua storica capacità di innovazione.
Ci siamo riconosciuti in un manifesto intitolato CULTURA è DIGNITÀ e progressivamente lo abbiamo aggiornato raggiungendo il nostro attuale programma che è strumento per tutti coloro che stanno con IL BENE COMUNE e per coloro che si sono candidati a divenire amministratori di Pordenone.
https://www.ilbenecomunepordenone.com/programma
Essere “Capitale della Cultura” per noi non è solo sinonimo di sontuose manifestazioni e non è limitato al primato delle straordinarie rassegne culturali che qui, negli ultimi 30 anni, sono nate e hanno guadagnato la ribalta internazionale, per noi Pordenone deve sorprendere prima di tutto per la sua capacità di offrire alle persone la migliore qualità della vita in termini di salute, accoglienza e rispetto.
Uno dei nuclei fondativi del nostro programma-manifesto è quello dei diritti. Per noi non è concepibile una Città separata dalla quotidianità sociale, lavorativa e creativa di chi la abita. Non esiste integrazione senza rispetto dei diritti della persona a prescindere da provenienza, genere, fede, condizione economica.
LA CITTÀ è CHI LA ABITA è, appunto, il motto con cui ci presentiamo nei cartelloni elettorali 2025 e che ben rappresenta il nostro impegno nella difesa e nel creare attenzione intorno ai diritti mancati:
• dalla cittadinanza per chi nasce e cresce nel nostro paese, per chi lavora e intende fermarsi
• al salario minimo garantito per mantenere la possibilità di vivere lavorando e non essere ritenuti “braccia, ma persone”
• dal diritto a poter accedere ad una casa dignitosa per sé e la propria famiglia
• al diritto di poter accedere alla cultura e alla formazione superiore in base ai propri effettivi talenti potendo contare sui necessari supporti educativi che la scuola pubblica deve, per Costituzione, erogare in sussidiarietà con le Amministrazioni locali
• dal diritto di essere persone senza discriminazione alcuna
2)
I nostri tempi sono caratteerizzati da un crescente oscurantismo delle classi dirigenti rispetto ai temi della sessualità e delle libertà di autodeterminazione personale che spesso non corrispondono all’effettiva emancipazione delle generazioni più giovani. Riteniamo che manchino comunque una generale corretta consapevolezza, informazione ed educazione.
I presìdi pubblici, come la Scuola, i Servizi socio-sanitari e i progetti coordinati con istituzioni sanitarie o associazioni come Arcigay sono stati depotenziati se non cancellati per mancato finanziamento deciso dall’alto del governo regionale.
Nel nostro programma intendiamo potenziare sportelli multidisciplinari destinati a dare risposte immediate e puntuali ai bisogni psicologici, sanitari e legali, soprattutto della sfera sessuale, della popolazione più giovane.
Difendiamo la libertà di autodeterminazione delle persone nel riconoscere il proprio genere, sosteniamo i diritti LGTBQ+, l’educazione alla libera, protetta e consapevole sessualità e la libertà di scegliere, secondo la legge 194 del 1978 in vigore dal 22 maggio 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza potendo contare sulla dovuta assistenza pubblica e professionale.
3)
La nostra molteplicità è la nostra cifra, ne IL BENE COMUNE sono presenti persone di origine, tradizioni e fede diverse, oltre che persone agnostiche e atei, è dunque naturale introdurre nel nostro programma la destinazione di almeno una struttura pubblica gratuita per le celebrazioni funerarie laiche, che potrebbe trovarsi nei padiglioni che saranno destinati a rimanere del vecchio ospedale.
4)
Noi de IL BENE COMUNE ci riferiamo alla Costituzione Italiana, laica e antifascista, il cui articolo 19 recita: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché
non si tratti di riti contrari al buon costume”.
Riteniamo che la Scuola Pubblica debba rimanere tale, quindi luogo dove nessuna discriminazione sia avvallata. Nelle scuole pubbliche non ci dovrebbe essere alcun obbligo religioso o di orientamento ideologico, ma forti segnali educativi di convivenza pacifica, di effettiva cittadinanza attiva ed integrazione.
Risposta di Marco Salvador (candidato sindaco lista “Salvador Sindaco”)
1)
Sono stato il primo a proporre dai banchi dell’opposizione (già nel 2016) la candidatura a capitale italiana della cultura, e – unico in consiglio comunale – mi sono battuto per i diritti con mozioni e interrogazioni a riguardo, come ad esempio: l’istituzione Regolamento “carriera alias” negli Uffici comunali e le registrazioni anagrafiche famiglie omogenitoriali – iniziativa “Caro Sindaco trascrivi”.
Inoltre la nostra Civica è stata l’unica forza politica presente in Consiglio a organizzare una Conferenza sulle famiglie arcobaleno legata alle iniziative del Pride di Pordenone nel 2023.
Oltre a ciò, e così rispondo alla domanda
2),
abbiamo promosso e cercato di convincere l’amministrazione uscente a incentivare nelle scuole il Progetto scuole Arcigay (A Scuola per conoscerci), fondamentale a diffondere la cultura del rispetto contrastando così il fenomeno del bullismo spesso legato all’orientamento sessuale.
La mia e la nostra attività consiliare parlano per noi.
3)
Condivido il principio che debbano essere messe a disposizione delle sale laiche di commiato. È vero, però, che ne esistono già molte di private. Il Comune può intervenire in due modi: o fornendo direttamente spazi pubblici, laddove esista una sostenibilità economica, oppure stipulando convenzioni con le strutture private, in modo da garantire a tutti l’accesso a costi contenuti.
4)
Nel pieno rispetto dei principi costituzionali, è fondamentale ribadire l’importanza della laicità dello Stato e, di conseguenza, dell’istituzione scolastica. La scuola pubblica deve essere un luogo di formazione aperto.
Condividendo i valori della scuola laica e della libertà di insegnamento, ritengo però altrettanto importante riconoscere un margine di autonomia progettuale e organizzativa agli istituti scolastici.
In particolare, è essenziale garantire pienamente il diritto degli studenti a non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, prevedendo per loro un’alternativa reale, strutturata e formativa. L’ora alternativa non può e non deve essere vissuta come un “vuoto” o un tempo morto, ma come un’opportunità educativa a tutti gli effetti, capace di stimolare il pensiero critico, l’educazione civica, la riflessione interculturale e il confronto tra visioni del mondo diverse.