Malnisio Science Festival, 6-8 ottobre

Malnisio Science Festival, 6-8 ottobre

Malnisio Science Festival

Anche quest’anno il nostro circolo ha collaborato alla realizzazione del Malnisio Science Festival, una finestra sul presente e sul futuro ideata per scoprire quanto sia affascinante il mondo, se visto attraverso gli occhi della scienza, che mira a far innamorare grandi e piccini del sapere, delle sue scoperte e delle donne e degli uomini che hanno cambiato, e continuano a cambiare, la nostra comprensione della realtà.

Il titolo scelto per quest’anno è «One Planet, Our Future» (un pianeta, il nostro futuro). L’edizione sarà dedicata al cambiamento climatico e alla crisi ambientale a cui anche la rivista dell’UAAR, Nessun Dogma, ha recentemente dedicato un numero (Nell’occhio del ciclone. Perché il pianeta ha bisogno di un’ecologia laica, razionale e scientifica).

L’appuntamento è per il fine settimana di venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 ottobre, alla Centrale idroelettrica Pitter di Malnisio (Montereale Valcellina). Il programma completo (che prevede conferenze, una mostra ed un gioco per gruppi che vogliono provare, in quindici minuti, a trovare strategie per cambiare il mondo) si trova nel sito MalnisioScienceFestival.it.

2024-04-07T17:45:34+02:001 Ottobre 2023|

Fino al 31 luglio firma per il “suicidio assistito” in FVG

Fino al 31 luglio firma per il “suicidio assistito” in FVG

Raccolta firme proposta legge regionale "liberi subito"

Chi vive in condizioni di sofferenza fisica o psicologica insopportabile può avere già diritto a ottenere aiuto medico alla morte volontaria in Italia. Anche in assenza di una legge nazionale. Ma per garantire tempi certi per la procedura di verifica e attuazione è meglio che ci sia una legge regionale.

I circoli Uaar del Friuli-Venezia Giulia aderiscono alla campagna "Liberi subito" per la presentazione di una proposta in tal senso, in modo che le persone maggiorenni affette da patologie irreversibili, con gravi sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale, che intendono interrompere la propria vita, non rimangano in attesa di ASL e Comitati Etici territoriali che, per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi.

Puoi trovare informazioni sui tavoli allestiti in regione per la raccolta firme nella pagina web del comitato promotore.

2024-04-07T17:45:45+02:0024 Giugno 2023|

Anche l’UAAR all’FVG Pride del 10 giugno

Anche l’UAAR all’FVG Pride del 10 giugno

FVGPride 10 giugno 2023 - Resistenza in corso

Il Circolo UAAR di Pordenone sarà presente all'FVG Pride di sabato 10 giugno che si terrà in città.

L'Uaar ha tra i suoi obiettivi l'ampliamento dei diritti di famiglia e sessuali e da sempre sostiene le rivendicazioni della comunità LGBTQIA+. D'altro canto, anche l'FVGPride ha come secondo punto del suo manifesto il rispetto della laicità dello Stato.

Tra gli obiettivi UAAR figurano infatti:

  • Ampliamento dei diritti di famiglia (Estensione dell’istituto del matrimonio a tutte le coppie, a prescindere dalla loro identità sessuale o di genere; riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, a prescindere dalla loro identità sessuale o di genere; riduzione dei tempi per ottenere separazione e divorzio; possibilità per le coppie di unirsi ufficialmente anche fuori dagli edifici pubblici, in luoghi di proprio gradimento; eliminazione della discrezionalità sindacale nella concessione della delega per la celebrazione di matrimoni e unioni civili);
  • Ampliamento dei diritti sessuali (insegnamento nelle scuole dell’educazione sessuale, dell’educazione affettiva e dell’educazione alle differenze; rimozione di ogni ostacolo frapposto alla contraccezione, in particolare a quella d’emergenza; legge contro l’omofobia e rimozione di ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale; formazione di assistenti sessuali per disabili; contrasto di pratiche lesive dell’integrità fisica come le mutilazioni genitali femminili e la circoncisione rituale maschile);
  • Ampliamento dei diritti riproduttivi (presenza capillare di consultori pubblici; eliminazione di ogni ostacolo per l’utilizzo della pillola RU-486; abolizione della legge 40/2004 in materia di fecondazione artificiale, con possibilità di accesso ai single e alle coppie non sposate, sia etero che omosessuali, e con riconoscimento della cosiddetta “eterologa” e delle diagnosi preimpianto; riconoscimento della condizione di candidabilità all’adozione a chiunque, ai single come alle coppie non sposate, a prescindere dalla identità di genere o sessuale degli adottanti; abolizione dell’obiezione di coscienza prevista nei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici, che devono garantire premura e tempestività nei confronti di chi chiede una Ivg e che devono inibire l’accesso agli attivisti ideologicamente orientati; imposizione di sanzioni ai farmacisti che “obiettano”; legalizzazione e regolamentazione della Gestazione Per Altri (GPA), basata sul libero accordo tra le parti).

E nel manifesto dell'FVG Pride si legge:

«Esigiamo che lo Stato italiano garantisca la laicità dei suoi organi, affinché nessuna confessione religiosa o dellɜ funzionariɜ possano imporre un modello comportamentale, dettare scelte politiche o influenzare scelte giudiziarie che giustifichino pratiche sociali o atti discriminatori. Chiediamo inoltre che gli enti pubblici ribadiscano la propria indipendenza dalle religioni spogliandosi dei simboli di culto, come ad esempio i crocefissi nelle scuole, che attentano tanto contro la laicità dello Stato quanto al diritto alla libertà religiosa.»

Venite a manifestare con noi!

Aggiornamento

Foto dell'evento

Il nostro gruppo assieme a Furio Honsell, consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia.

L'Uaar al Pride di Pordenone, 2023

Un momento della parata.

2024-04-07T17:45:55+02:0027 Maggio 2023|

Incontri di consulenza sulle disposizioni anticipate di trattamento

Incontri di consulenza sulle disposizioni anticipate di trattamento

Nei mesi di novembre e dicembre 2022 il Circolo di Pordenone dell’UAAR ha organizzato, grazie alla disponibilità di alcuni medici che ringraziamo (Massimo Albertin e Davide Mazzon), degli incontri di consulenza sul come affrontare la stesura delle proprie disposizioni anticipate di trattamento (il cosiddetto “testamento biologico”).

Il dott. Dario Fantin, anesista e rianimatore, a margine dell’incontro su questo tema organizzato il 24 febbraio a Cordenons, ha dato la propria disponibilità per ulteriori incontri laboratoriali (a piccoli gruppi) presso la sede del Circolo di Pordenone. Le persone interessate possono scriverci a pordenone@uaar.it.

2023-08-15T23:46:01+02:001 Marzo 2023|

Sto bene senza D (2013-2023)

Sto bene senza D (2013-2023)

Nel 2013, prima ancora che nascesse il circolo, alcuni soci Uaar promossero l’affissione anche in provincia di Pordenone (in particolare, nel comune di Porcia) dei manifesti della campagna “Viviamo bene senza D”, che poi vennero strappati in alcuni posti (vedi le immagini allegate).

L’allora sindaco di Porcia, Stefano Turchet, bocciò la «trovata pubblicitaria», dicendo «L’ostentazione di non credere mi pare sciocca, come nel caso delle campagne omosessuali. Rispetto tutti, ma queste iniziative non le capisco. Quali scopi e interessi perseguono? Forse solo suscitare polemica.» e promise «di verificare che l’iter autorizzativo sia stato seguito alla lettera.»

A Verona non fu nemmeno possibile affiggere i manifesti, perché il Comune si oppose. Ci sono voluti dieci anni, ma giustizia è stata fatta, prima con una sentenza della Corte di Cassazione, adesso con quella della Corte d’Appello, che ha giudicato discriminatoria la condotta del Comune della città veneta.

2023-08-15T23:46:10+02:0022 Febbraio 2023|

AAA cercasi AA

AAA cercasi AA

Con oggi si sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno scolastico e come gli anni scorsi ci siamo messi nei panni di chi deve compiere la scelta, che sia genitore o studente, e che abbia interesse ad avere informazioni sulle attività previste in alternativa all’insegnamento della religione cattolica, che dal 1984, in seguito al Concordato Stato/Chiesa, non è più materia obbligatoria.

Visti i risultati scoraggianti dello scorso anno, ad ottobre abbiamo inviato una mail alle scuole come promemoria dell’indagine che avremmo effettuato nuovamente a gennaio, ricordando loro l’obbligatorietà della progettazione di attività alternativa già riconosciuta in diverse sentenze e ordinanze.

L’esito del monitoraggio però non è stato molto diverso. Visitando i siti dei 39 istituti abbiamo visto che in 23 dei PTOF l’ora alternativa è citata, ma nella maggioranza di questi viene solamente nominata nella sezione riguardante la distribuzione dell’orario, a fianco dell’insegnamento della religione cattolica, o nella sezione della valutazione, per specificare che l’insegnante di attività alternativa, al pari dell’insegnante di religione cattolica, fa parte del consiglio di classe, attribuisce un proprio giudizio e partecipa allo scrutinio (per gli allievi che segue)

Solo tre istituti mettono a disposizione la descrizione delle attività e degli argomenti che saranno affrontati durante le ore di alternativa:

  • L’Istituto comprensivo di Aviano e l’Istituto comprensivo “Meduna Tagliamento” di Valvasone Arzene propongono diverse tematiche, ad esempio “i diritti dei bambini” o “sviluppare la consapevolezza di sé e dell’altro”, da sviluppare in attività come letture, conversazioni, laboratori creativi, a seconda delle varie classi (link Aviano).
  • L’Istituto “Mattiussi-Pertini” di Pordenone ha proposto corsi sulla conoscenza aperta, sulla filosofia e il pensiero scientifico e su temi antropologici e sociali.

Naturalmente, nel caso ci fosse sfuggita qualche proposta, saremo ben lieti di aggiornare questo elenco.

Alle scuole che volessero attivarsi per la progettazione di attività didattiche alternative all’insegnamento della religione cattolica, ricordiamo che la nostra associazione ha una sezione del proprio sito dedicata alla raccolta di idee e proposte a cui ispirarsi. Anche quest’anno, inoltre, la nostra associazione ha proposto agli Istituti comprensivi una propria donazione di kit didattici di robotica sperimentale da destinarsi alle attività alternative.

Nel 2022 abbiamo ottenuto, in risposta ad una richiesta di accesso civico al Ministero dell’Istruzione, i dati sul numero di studenti che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane e qui a Pordenone abbiamo potuto elaborarli in relazione alle scuole pubbliche del Friuli occidentale, verificando che nel 2020/21 hanno deciso di non avvalersi dell’IRC uno studente su cinque (20,46%, circa un 6% in più rispetto alla media nazionale, con un trend in crescita — erano il 18.93% nel 2018/19 e il 19,75% nel 2019/20), con le punte più alte nei comuni di Pasiano (34,21%), Maniago (28,88%) e Pordenone (28,81%).

Speriamo che il prossimo anno gli Istituti scolastici del territorio rispondano meglio alle esigenze del territorio, offrendo adeguate e documentate proposte di attività alternativa all’Insegnamento della religione cattolica. Da parte nostra, continueremo a monitorare la situazione.

Marta Antoniel
Curatrice dell’indagine del Circolo UAAR di Pordenone

2023-06-04T16:36:13+02:008 Gennaio 2023|

Solidarietà a Salman Rushdie e libertà di espressione e opinione

Solidarietà a Salman Rushdie e libertà di espressione e opinione

Il 12 settembre 2022 l’associazione Neda Day di Pordenone ha organizzato l’incontro “La libertà di espressione e di opinione” di solidarietà a Salman Rushdie ad un mese dall’accoltellamento che lo scrittore ha subito negli Stati Uniti.

Pubblichiamo l’intervento di Loris Tissino.

Buon pomeriggio.

Ringrazio sentitamente l’associazione Neda Day per aver organizzato questo incontro di solidarietà con Salman Rushdie e per la libertà di espressione e di opinione.

Libertà, queste, che comprendono quella di cambiare religione, di non professarne alcuna, di abbandonare quella della famiglia o della comunità in cui si è cresciuti, di dichiararsi apostati e atei, di criticare le religioni e le presunte divinità.

Libertà che in molti paesi non sono per nulla garantite e in altri sono garantite solo formalmente, perché le persone che compiono abusi in nome e per conto delle organizzazioni religiose non vengono perseguite dalla legge.

Perché non c’è solo Salman Rushdie.

C’è anche Leena Manimekalai, poetessa e regista indiana sotto inchiesta per offesa dei sentimenti religiosi per aver pubblicato un’immagine di sé vestita come la dea Kali.

C’è l’attivista Rusthum Mujuthaba, che nel suo paese, le Maldive, dove la costituzione dice che la libertà è sottoposta alla Shari’ah e che i cittadini hanno il dovere di proteggere l’Islam, è stato condannato a quattro mesi di prigione per i suoi tweet in favore dei diritti delle donne e della libertà religiosa, e che adesso — libero — vive costantemente minacciato.

C’è Raif Badawi, scrittore che in Arabia Saudita ha scontato una condanna a dieci anni di prigione (e ha ricevuto cinquanta delle mille frustate previste) per avere “insultato l’Islam tramite canali telematici” e a cui adesso è impedito di lasciare il paese.

Ma, anche qui in Europa, c’è il caso di Gáspár Békés, attivista ateo ungherese, licenziato dal suo posto di lavoro presso la municipalità di Budapest per aver sostenuto sui social network che il battesimo di infanti viola i diritti umani, e ora vive sotto costanti minacce di morte su cui la polizia rifiuta di investigare.

Ho citato qui solo alcuni dei casi di cui si è occupata recentemente Humanists International, l’organizzazione internazionale di cui fa parte l’Uaar, con la sua campagna “Protect Humanists at Risk” (“Proteggi gli umanisti a rischio”). Alcuni casi tra molti, troppi.

E non siamo preoccupati solo per i comportamenti delle autorità dei paesi dove la blasfemia e l’apostasia sono punibili con la morte. Ci preoccupa anche che nei paesi occidentali, dove la libertà di espressione è teoricamente assestata, ci sia più di qualcuno che colpevolizza, anche in questo contesto, le vittime, che “se la sono cercata”, che “dovevano stare attente a non offendere”, ecc.

Come ha scritto recentemente Andrew Copson, presidente di Humanists International, «qualcuno dice: “La violenza è sbagliata, ma non pensi che sia sbagliato anche offendere le persone come ha fatto lui?”. In una parola: no.»

Le parole, a meno che non si tratti di incitamento all’odio e alla violenza, non danneggiano nessuno. Se pensi di offenderti leggendo le opinioni di qualcuno, non leggerle: nessuno ti obbliga a farlo. E comunque, per quanto possano disturbarti le opinioni altrui, dovresti apprezzare il fatto di essere venuto in contatto con esse, perché potrebbero arricchirti anche se non le condividi completamente. E, in ogni caso, la libertà viene prima di tutto, per tutti.

Grazie per l’attenzione.

2023-08-14T23:11:16+02:0012 Settembre 2022|

Il sindaco, il cartello “pro LGBTQ” e il rapportarsi alle diversità

Il sindaco, il cartello “pro LGBTQ” e il rapportarsi alle diversità

Apprendiamo, tramite il profilo Facebook del nostro Sindaco, che alla scuola media “Lozer” di Pordenone sono stati appesi due cartelli arcobaleno, uno riportante la scritta “Peace”, l’altro riportante la scritta “Pro LGBTQ” e, con rammarico, apprendiamo altresì la sua reazione molto dura nei confronti di questa iniziativa ad opera di sconosciuti. Sebbene ci risulti difficile credere che esprimere un desiderio di pace e inclusività possa diventare fonte di polemica, è questo ciò a cui stiamo assistendo.

In particolare, il Sindaco si è scagliato contro la scritta “Pro LGBT”: «Non mi verrebbe mai in mente di disegnare una bandiera ucraina e arricchirla con “pace” ed “etero”», scrive. Ricordiamo al nostro Sindaco che le persone etero sono ovunque, da sempre — su di loro «abbiamo vagonate di trasmissioni trasmissioni televisive, di eventi teatrali, di film», per citare le sue stesse parole — quindi non hanno bisogno di vedersi riconoscere la stessa dignità delle persone LGBTQ+ o lottare contro pregiudizi sulla propria sessualità.

Il Sindaco continua: «Sul tema dell’omofobia stiamo nettamente esagerando». Leggendo queste parole ci chiediamo: se un semplice cartello può portare a una reazione così dura, cosa dovrebbero dire le vittime di omofobia quando vengono bullizzate? O quando sentono o leggono parole di sdegno al solo sentirsi nominare?

Il Sindaco tiene a precisare che «se queste [indicazioni educative dei genitori ai propri figli] sono lgbtq, non vanno garantite anche quelle di chi la pensa diversamente?». Al riguardo, è bene sottolineare che la sessualità non è frutto di opinioni né di educazione impartita dall’esterno (etero e omosessuale che sia). Un genitore può avere un’opinione sulla sessualità, ma questa non modifica quella dei propri figli, in nessun caso. Quello che si può modificare è il nostro modo di rapportarci agli altri e alle innumerevoli diversità che compongono il genere umano, ma possiamo farlo solo conoscendole e confrontandoci con esse, e questo fin da ragazzi.

Anna Piva 
Vice-coordinatrice del Circolo UAAR di Pordenone

2023-03-19T21:02:10+01:0010 Giugno 2022|

I diritti delle donne in Iran, lo sport e la politica locale

I diritti delle donne in Iran, lo sport e la politica locale

Apprendiamo dalla stampa che l’amministrazione comunale di Pordenone ha  negato all’associazione Neda Day l’esposizione di uno striscione per la rivendicazione dei diritti umani in Iran (in particolare, nel caso specifico, del diritto delle donne ad accedere agli stadi per le competizioni sportive) durante il torneo internazionale di pallavolo Cornacchia World Cup.

La giustificazione del vicesindaco Emanuele Loperfido (secondo il quale sarebbero state messe in difficoltà le atlete iraniane) lascia sicuramente un po’ perplessi: se a difendere le donne iraniane non pensano le persone che possono farlo (ad esempio qui in Italia), chi lo farà mai?

Esprimiamo quindi solidarietà all’associazioneNeda Day per le sue battaglie per i diritti delle donne in Iran, che condividiamo in toto: dovremmo essere, qui in Italia, stimolo per l’allargamento dei diritti, non baluardo per il mantenimento dello status quo in situazioni di loro conclamata violazione.

L’attivo del circolo UAAR di Pordenone

2023-06-04T16:36:21+02:0017 Aprile 2022|

Il vescovo chiama, i consiglieri comunali accorrono. Cronache dalla clericale Pordenone

Il vescovo chiama, i consiglieri comunali accorrono. Cronache dalla clericale Pordenone

Post pubblicato originalmente nel blog nazionale dell’UAAR

Apprendiamo dalla stampa che il Vescovo della diocesi Concordia-Pordenone, per il tramite del diacono Giovanni Dalla Torre, ha inviato una richiesta di ascolto e confronto al Consiglio Comunale di Pordenone su temi quali le esigenze provenienti dal territorio che possano coinvolgere la Chiesa, i cambiamenti possibili ed auspicabili per la realtà della stessa, il contributo del cristiano e delle comunità ecclesiali per la costruzione di una società giusta ed equa.

Richiesta di parere senza dubbio lecita. Il punto però è: che cosa ci si dovrebbe aspettare dal Consiglio Comunale della città, che rappresenta tutti i cittadini e non solo i fedeli della Chiesa cattolica? A nostro parere, il Consiglio comunale dovrebbe rispondere qualcosa del tipo «Grazie dell’invito, ma non dovremmo certo essere noi, che rappresentiamo tutti, a dare pareri a voi su cose che riguardano solo una parte della cittadinanza.»

Che cosa è successo, invece? In una città clericale come Pordenone (che tristemente non si distingue, per questo, da molte altre in Italia), il Presidente del Consiglio comunale, Pietro Tropeano, ha inoltrato l’invito ai consiglieri con una nota in cui si indica la «piena condivisione di quanto riportato nella lettera, sulla necessità del dialogo, del confronto, e dell’ascolto di tutte le esigenze provenienti dal territorio», con la richiesta di «gentile conferma di partecipazione». Accenni alla laicità delle istituzioni? Non pervenuti.

Ma com’è andato l’incontro? La richiesta di aiuto, a quanto riportato dai media, si è addirittura rovesciata, con il vice-sindaco Emanuele Loperfido che chiede una mano al vescovo: «Ci sono quartieri — dice — in cui abbiamo bisogno della vostra competenza e presenza per capire cosa fare.» Sarà programmato un aggiornamento del personale dei servizi sociali affidato alle parrocchie?

Non sono mancati poi i consiglieri che hanno approfittato del momento per chiedere alla Chiesa di «far uscire dall’angolo la propria cultura, promuovendo battaglie sulla natalità o contro la maternità surrogata», ribadendo che «il Cristiano deve indignarsi se viene tolto il crocifisso dalle aule» (Alberto Parigi e Giovanna Favret) e per dare suggerimenti alla chiesa sui modi per «catechizzare un pubblico più ampio» (Anna Ciriani).

Che dire? In un paese e in una città laica, le politiche sociali dovrebbero essere programmate in funzione di una vera inclusività, rivolta anche a persone che la Chiesa discrimina per orientamento e scelte in campo sessuale e procreativo; non scambiandosi consigli con un’organizzazione non democratica, che nega la parità di genere, considera mandanti di omicidio donne e ragazze che decidono di abortire ed è nota per la pessima gestione degli abusi su minori. È imbarazzante che una parte consistente dei consiglieri comunali della città abbia invece deciso di comportarsi altrimenti.

Loris Tissino
Coordinatore Circolo UAAR di Pordenone

2022-11-29T23:11:58+01:004 Aprile 2022|